EXTRAORDINARY LIVES: IL GIRO DEL MONDO IN 3 ANNI, il sogno DI NERISA
Una delle paure maggiori di chi vorrebbe provare l’esperienza di viaggiare in solitaria è quella della solitudine. In realtà una delle cose più facili e preziose che si possa fare in viaggio è conoscere altri viaggiatori, nuovi compagni di viaggio.
Gli ostelli sono (almeno erano e torneranno ad essere) luoghi affollati, contenitori di persone ed esperienze le più diverse e incredibili. Conoscere e stringere amicizie è un gioco da ragazzi, solo un paio di domande più in là: come ti chiami, da dove vieni e dove vai, basta sapere queste basilari informazioni per poter abbattere qualsiasi barriera di diffidenza o timidezza.
Una delle presentazioni che più mi ha colpito durante i miei viaggi è stata quella di Nerisa, incrociata in un ostello di Mendoza, una desertica città del nord dell’Argentina, poco distante dal confine con il Cile e famosa per essere la capitale del vino argentino.
“Ciao, mi chiamo Nerisa, vengo dalla Thailandia e sto girando il mondo in 3 anni”. E questa è la sua storia.
Ciao Nerisa, ti va di presentarti?
Ciao a tutti, mi chiamo Nerisa e vengo dalla Thailandia. Ero una ragazza qualunque che lavorava dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 in una piccola città del sud della Thailandia. Tuttavia, ho sempre sognato di viaggiare in giro per il mondo, conoscere nuove culture e stare sola con me stessa. Il mio sogno poteva sembrare abbastanza ridicolo per qualcuno, soprattutto per coloro che in Thailandia credono fermamente nel dovere di “formare una famiglia e sistemarsi entro i 30 anni”. Io semplicemente risulto strana agli occhi della maggior parte degli abitanti della mia città o persino dell’intera Thailandia, ma è la mia vita, quindi ho deciso di viverla come mi pare.
Ho iniziato così a programmare il mio viaggio in giro per il mondo non appena terminata l’università. Ho lavorato sodo, risparmiando i soldi necessari, e cercando tutte le informazioni possibili per viaggiare senza mai fermarmi. Poiché per noi thailandesi è richiesto un visto per praticamente ogni paese del mondo, quindi aumentando il tasso di difficoltà della sfida, motivandomi ancor di più a realizzare il mio sogno.
Qual era il tuo piano iniziale di viaggio? Puoi consigliare un posto in particolare tra quelli che hai visitato, magari uno meno battuto dal turismo di massa?
Il mio piano iniziale era di fare il giro del mondo in senso anti-orario, partendo dall’Australia per poi continuare in direzione est. Finora ho visitato Australia, Papua Nuova Guinea, le isole Salomone, le Fiji, Samoa, la Nuova Zelanda ed il Sud America, fatta eccezione per i paesi che richiedono un visto per noi cittadini thai. Fino alla Colombia, dove, ora, praticamente vivo.
Ho scoperto tanti posti al di fuori dei sentieri più battuti dai turisti, di solito erano i posti più difficili da raggiungere, ma che valevano decisamente la pena. Sono un’appassionata di trekking, quindi consiglierei decisamente l’Ausangate trek, che inizia in una zona non distante dalla famosa Cusco, Perù, ma non molto frequentato. E’ un trekking che può richiedere dai 3 ai 5 giorni, a seconda del proprio ritmo o che si scelga di vedere la rainbow mountain o meno (qui un articolo sulla variante sostenibile alla ormai troppo affollata rainbow mountain ndr). Gli scenari che ho incontrato lungo il percorso sono sensazionali e fuori dal mondo, le popolazioni locali molto cordiali, amichevoli e così isolate da rimanere stupiti alla vista, per la prima volta, di uno smartphone. Lungo il tragitto si percorrono montagne, incontrando animali selvatici e persino ghiacciai. Quindi è assolutamente non da perdere, per chiunque riesca a ricavare almeno 3 giorni nel proprio itinerario di viaggio in Perù.
Spesso molte viaggiatrici donne temono per la loro sicurezza in caso di un viaggio in solitaria, e per questo magari rinunciano ad un loro sogno. Tu come ti sei comportata durante il tuo viaggio, hai dei consigli? Ti sei mai trovata in una situazione di pericolo?
Viaggiare in solitaria per quanto mi riguarda ha un solo svantaggio, ossia che può essere molto più caro poiché non ho grande potere di contrattazione. Ma, oltre a questo, finora mi sono sempre sentita a mio agio nel viaggiare in solitaria, soprattutto per la libertà di poter fare ciò che voglio, in qualsiasi momento, nel modo che preferisco, senza dover chiedere l’opinione di nessuno.
Per la questione sicurezza, la maggior parte del tempo mi sento al sicuro. La cosa importante è non ficcarsi in situazioni potenzialmente pericolose senza che ce ne sia il bisogno. Fortunatamente non mi piace bere o partecipare alle feste, o comunque bevo solo in compagnia di persone fidate in luoghi sicuri; così facendo non ho mai perso il controllo di me stessa. Mentre per coloro a cui piace bere o festeggiare consiglio di farlo in ostello o almeno con persone di cui ci si possa fidare, in modo da prendersi cura l’uno dell’altro.
In Sud America, soprattutto nelle grandi città, ci sono un sacco di ladruncoli da strada (che possono essere davvero creativi, fidatevi!), quindi è consigliabile portare con sé meno roba possibile quando si esce, oltre a tenere le cose di maggior valore sempre di fronte, in maniera da tenerle sott’occhio tutto il tempo. Nonostante la maggior parte delle persone che ho conosciuto fosse gentile, tendo a non fidarmi troppo facilmente, almeno non subito.
Durante i miei 2 anni in viaggio, mi è capitato solo un episodio sgradevole, a Quito, la capitale dell’Ecuador, quando su di un bus affollato, dopo avermi spruzzato dello spray all’aglio, volutamente, una persona ha cercato di rubarmi la borsa, dopo aver finto di volermi aiutare a pulire la mia maglietta e riuscendo a rubarmi solo il telefono! Sempre qui mi è capitato di essere seguita da tre uomini per strada alle 6 del mattino, ma, nonostante queste disavventure, continuo ad amare follemente Quito.
Nel tempo hai acquisito maggiore consapevolezza rispetto alla questione ambientale, all’inquinamento ed al consumo eccessivo di plastica. Hai qualche consiglio per ridurre l’impatto ambientale durante un viaggio? In quali paesi hai notato maggiore sensibilità al riguardo?
Prima di tutto cerco di non portare con me tanta roba inutile quando viaggio, con qualsiasi mezzo, per ridurre il mio impatto e rendere il mio viaggio più sostenibile.
Inoltre porto sempre con me il mio contenitore pieghevole e un set completo di posate inclusa una cannuccia, in maniera da ridurre l’utilizzo di posate di plastica mono-uso.
Cerco sempre di evitare di mangiare carne a meno che non sia presente in un piatto tipico locale, poichè essere vegetariani comporta un minor impatto su madre natura.
In quanto escursionista, non mi separo mai dalla mia borraccia, così facendo non ho mai comprato bottigliette d’acqua: anche quando l’acqua del rubinetto è troppo rischiosa da bere, preferisco prima bollirla ma consumarla lo stesso. Inoltre conservo una borsa pieghevole da utilizzare per fare la spesa.
Credo che tutti i paesi debbano fare uno sforzo maggiore circa questo problema, dal momento che finora ho visto solo azioni ed iniziative individuali, che è comunque un segnale positivo, perché dovremmo comunque cominciare dalle nostre abitudini personali. Ma credo che ci debba essere maggiore sensibilità dei governi sulla questione, fornendo più soluzioni e informazioni utili per tutti. Perché molti prodotti sostenibili per l’ambiente sono ancora molto cari e non alla portata di tutti. Inoltre molte compagnie badano ancor più al profitto che ad una reale sensibilità per l’ambiente, producendo più danni che benefici.
Tornando al punto di partenza, invece, cioè il tuo paese natale, la Thailandia, cosa consiglieresti a chi vuole visitare questo paese così ricco di cultura e paesaggi mozzafiato, oltre alle mete note come Bangkok, Chiang Mai e Phuket?
Certamente ci sono tanti bellissimi posti da visitare in Thailandia che non sono popolari e nei quali si può godere di un’incredibile pace, lontano dalle orde di turisti. Ci sono tanti fantastici percorsi di trekking nel nord del paese, alcune isole ancora vergini nel sud, fantastiche cascate ad ovest e alcuni parchi con grande rilevanza culturale nell’est, non molto famosi.
Tuttavia vorrei consigliare Sukhotai, che è a circa 6 ore di bus da Bangkok. Questa provincia meravigliosa è piena di montagne con incredibili sentieri da percorrere, parchi con rovine antiche di centinaia di anni fa da visitare, cibo tradizionale molto economico ed incredibilmente saporito, oltre alle popolazioni locali che ti accoglieranno sempre con il sorriso. Non potrai che innamorartene!
Per via del Covid ora sei bloccata in Colombia, ma non te la passi affatto male! Come ti sei sentita accolta? Quale sarà la tua prossima mossa?
Si, la pandemia ha in parte rovinato il mio piano originale, ma mi ha anche insegnato quanto incerta la vita possa essere. Sono bloccata in Colombia da Febbraio 2020, quindi già 8 mesi. Fortunatamente ho incontrato qui il mio attuale ragazzo colombiano lo scorso anno, quindi ho un posto dove stare.
Direi che i colombiani sono molto ospitali, cercano di aiutarti in ogni modo: mi sono sentita la benvenuta sin dal primo giorno. Vivo a Medellin che è circondata dalle montagne, con un clima perfetto, mai troppo caldo, mai troppo freddo, e dove cucinano anche degli ottimi hamburger!
Durante il periodo di lockdown qui, ho seguito degli interessanti corsi online come quelli di permacultura o nutrizione vegetariana. Mi piace tanto anche cucinare, tanto che la mia prossima mossa sarà aprire un piccolo ristorante qui a Medellin fino a che non possa riprendere a viaggiare, si spera per la metà del 2021, una volta che la situazione del Covid 19 sia migliorata. E si, voglio ancora viaggiare e completare il mio piano originale!
Potete seguire i viaggi di Nerisa sul suo profilo Instagram @siawjern!