Tokyo: 10 cose da vedere (secondo me)
“E’ una metropoli quella che abbiamo sotto gli occhi.
La vediamo attraverso lo sguardo di un uccello notturno che vola alto nel cielo. Nel nostro sconfinato campo visivo, appare come un gigantesco animale. O un confuso agglomerato, composto da tanti organi avvinghiati l’uno all’altro.”
After Dark (Tokyo blues), Haruki Murakami
Lo è. Tokyo è un confuso agglomerato e gli organi di cui è composto sono lontani anni luce gli uni dagli altri, ma, ciascuno con la propria peculiarità, tutti fondamentali per l’esistenza e la vitalità dell’intero organismo.
Tokyo è mille città in una. Mondi a sé stanti possono essere separati da poche fermate di efficientissima metro, permettendovi di sbucare in universi di odori, scenari e colori sempre nuovi.
Tokyo è gigantesca, enorme, caotica, affollata, ma è un gigante tenero, che si lascia scoprire facilmente. La precisione, la semplicità con la quale si lascia vivere agli occhi del viaggiatore permette di non sprecare un grammo di forza nel comprenderne il funzionamento. La sensazione paralizzante che si proverà nell’arrivare alla stazione di Shinjuku per la prima volta svanirà dopo poco per lasciar spazio ad una sensazione di familiarità con la città sin dai primi istanti.
Tokyo è gigantesca ma intima. Le dimensioni esagerate dei confini metropolitani si scontrano con le dimensioni striminzite dei suoi interni. I ristorantini tradizionali nei vicoli, talmente piccoli da poter ospitare pochi clienti alla volta; i fumosi jazz bar nei quali si può bere un bicchiere di whiskey gomito a gomito con i musicisti che stanno suonando in quel momento; i bar di golden gai (le strade del mizushobai, l’arte del bere), talmente piccoli che per poter sedersi è necessario prima ottenere l’approvazione dei clienti tradizionali e della mama-san, la proprietaria, diffidenti delle comitive di gaijin, termine dispregiativo per indicare i chiassosi turisti a caccia di sensazioni esotiche. La maggior parte dei bar e ristoranti di Tokyo non vivono al livello della strada ma si sviluppano sui diversi piani dei palazzi, per cui aprendo ogni porta vi si spalancherà magicamente prima un karaoke bar, poi un ristorante izakaya, comunque sempre un vivo universo a sé stante.
Ecco, quindi, una lista delle 10 cose dalle quali non si può prescindere, per me, quando si visita Tokyo. E’un elenco abbastanza personale, che comprende must see e non, da cui spero possiate prendere spunto.
- Shinjuku
Shinjuku è la cartolina di Tokyo. Con le sue luci, i suoi neon, i suoi palazzi, negozi e centri commerciali rappresenta la città così come viene dipinta nell’immaginario di ognuno di noi.
E’ ciò che più si possa avvicinare alla città distopica di Blade Runner, in versione meno sbiadita e angosciante ovviamente. E’ impossibile non rimanere affascinati da questa ubriacatura da neon e insegne luminose; potreste rimanervi abbagliati fino allo spaesamento, ma di certo non vi lascerà indifferenti.
Sebbene l’efficienza della metro renda qualsiasi zona del centro ottima per trovarvi alloggio, forse Shinjuku è la più funzionale, sia per vicinanza strategica a quasi tutti i luoghi di maggiore interesse che per varietà di alloggi disponibili, adatti a tutte le tasche, dai migliori ostelli per backpackers ai più lussuosi alberghi. Inoltre Shinjuku è la prima fermata del treno che collega l’aeroporto di Narita al centro (Narita Express).
Non ci si annoia a Shinjuku. Dai locali, discoteche e karaoke bar di Kabukicho ai minuscoli bar di Golden Gai, fino a uno degli Yokocho (vicoli nascosti che brulicano di ristorantini frequentati dalle persone del posto, che approfondirò in un altro articolo) più caratteristici, ossia Memory lane.
Shinjuku è anche forse la zona ideale per gli appassionati di musica. La varietà di negozi di vinili, tutti incredibilmente forniti, permette di soddisfare gli amanti di qualsiasi genere. Vi troverete negozi specializzati in jazz, rock, rnb, hip hop, davvero di tutto.
Per non parlare della quantità di piccoli locali dove ascoltare musica jazz, argomento, anche questo, che merita un approfondimento a parte.
Da segnalare anche un curioso museo sui samurai, figura iconica della cultura nipponica, e una sede di una delle più famose catene di ristoranti di ramen, senza dubbio uno dei più buoni, ossia Ichiran, proprio accanto alla stazione centrale.
Per ultimo potreste approfittare delle belle giornate primaverili per rilassarvi al parco Shinjuku Gyoen e godere della fioritura dei Sakura, i ciliegi giapponesi. O in alternativa apprezzare il panorama della città dall’ultimo piano di uno dei tanti buildings presenti nel quartiere.
- Shimokitazawa
Non lo troverete su nessuna guida alle attrazioni principali di Tokyo, e, a dire il vero, non lo si può neanche definire un’attrazione della città, ma io ne sono rimasto stregato e non posso che consigliarlo. Anzi, considero Shimokitazawa imprescindibile per scoprire una delle anime che pervade Tokyo, molto caratterizzante del lato scanzonato, istrionico, originale e più frivolo di una città che sbaglieremmo a definire solo come simbolo di precisione, efficienza, duro lavoro e culto della perfezione.
Shimo, come la chiamano i residenti, è l’anima artistica, ispirata, giovanile di Tokyo. Arrivarci, comodamente in pochi minuti di treno da Shibuya o Shinjuku, è come atterrare in un’altra dimensione, forse in un’altra epoca. Abbandonerete i grattacieli per perdervi tra piccole abitazioni di massimo 3 piani, aprendovisi la visuale sul limpido cielo di Tokyo. Strette stradine piene di bistrot all’aperto saranno come nuove ai vostri occhi, soliti alla vista di centri commerciali su più piani.
Shimo negli anni 60’ era la principale zona per studenti universitari, a causa dei suoi alloggi a basso costo. Nel tempo ha conservato questa sua caratteristica, continuando ad essere abitata da artisti squattrinati in cerca di gloria, gruppi emergenti, divenendo lo stage della scena rock indie della città.
Tuttavia ha subito una notevole riqualificazione, riempiendosi di locali, birrerie artigianali, cafès tra i più belli e originali di Tokyo, affiancandosi agli storici locali dove si esibiscono band live, in particolare rock. Io ho amato lo spirito friendly e accogliente del bellissimo Trouble Peach e consiglio l’Apollo per ascoltare gruppi dal vivo. Tra i negozi di vinili segnalo il bellissimo Disc Shop Zero, specializzato nel genere jazz e rock.
Il quartiere, inoltre, è diventato famoso per il suo mercato, dove troverete di tutto, ma di forte richiamo soprattutto per la vasta scelta di negozi di abbigliamento di seconda mano, oggetti di artigianato locale e borse, prodotti direttamente dai residenti di Shimo.
Questo spirito bohemienne e un po’ hipster mi ha letteralmente stregato, senza dubbio eleggerei Shimokitazawa come zona prescelta in cui vivere a Tokyo.
Qualora dovesse stregare pure voi, occhio a non esagerare con le birre fino a perdere la cognizione del tempo…potreste perdere l’ultimo treno delle 23,50 per raggiungere il vostro ostello per la notte!
- Tsukiji e Toyosu Fish market
Senza ombra di dubbio la prima cosa che viene in mente pensando al Giappone per ognuno di noi è il sushi! Si può tranquillamente affermare che nel raggio di pochi km dalle nostre case si possano trovare decine di ristoranti di sushi di ogni tipo, dagli all you can eat ai ristoranti alla carta. Siamo ormai praticamente esperti di roll, onigiri, sashimi, ecc, che sono ormai alla portata di tutti.
Tuttavia ho notato diverso il concetto stesso di sushi nella sua madre patria. Il sushi è un’arte che si tramanda di generazione in generazione, all’apparenza semplice ma estremamente complessa, che con poche delicate mosse permette di esaltare il binomio tra pesce crudo e riso. I ristoranti di sushi sono piccoli palchi, nascosti dietro porte di legno scorrevoli, sui quali va in scena la maestria degli chef, ai quali si assiste in religioso silenzio, e la consumazione dei piatti assume la valenza di una liturgia. Alla radice di questa arte vi è la materia prima saggiamente selezionata dagli stessi chef in quello che è uno dei mercati del pesce più grande al mondo, quello di Tokyo.
Consiglio: sfruttate il jet leg che vi colpirà inevitabilmente il primo giorno successivo al vostro arrivo per fare una levataccia e svegliarvi prima che il sole sorga per assistere al rito solenne che quotidianamente si svolge al mercato del pesce di Tokyo, ossia l’asta dei tonni.
Assisterete ad una danza fatta di schiamazzi e gesti dei quali il significato vi sarà oscuro tramite i quali i proprietari dei ristoranti cercheranno di aggiudicarsi il miglior taglio di questo bel pesciolone. Esposti in fila e messi in bella mostra come opere d’arte vi sembrerà di assistere ad un’asta di quadri di valore da Sotheby’s!
Storicamente il mercato del pesce a Tokyo si è tenuto nella zona di Tsukiji, nei pressi della baia di Udaiba, ma dal 2018 si è trasferita nella zona di Toyosu, non molto distante, divenendo teatro solo di ristoranti di sushi all’aperto, dove potrete comunque recarvi dopo aver visitato l’attuale sede, per dedicarvi allo street food sfrenato, per una sana colazione a base di pesce!
Come accennato, l’attuale sede di Toyosu ospita il mercato dividendolo tra enormi strutture, ciascuna dedicata a differenti tipologie di clienti, cercate quella dell’asta dei tonni e successivamente date un’occhiata dall’alto alla vastità delle bancarelle dei venditori all’ingrosso di qualsiasi tipo di pesce possibile: gigantesche aragoste accanto a tonni mastodontici, polipi, cozze…il paradiso per gli amanti di queste prelibatezze!
Purtroppo l’accesso ai piani inferiori con le bancarelle è vietato ai turisti e riservato solo ai ristoratori. Il mio consiglio per una volta è di fare ciò che di solito non si dovrebbe fare, i furbi! Eludete i controlli e perdetevi tra gli odori godendovi il rituale della scelta del pesce. Ah, per la cronaca, io mi sono letteralmente perso!
- L’incrocio di Shibuya
Situato a nord di Shinjuku, distante poche fermate di metro, vi accoglie con il monumento alla fedeltà, la statua di Hachiko, l’akita inu più famoso al mondo, il quale ha continuato ad aspettare il padrone defunto alla stazione fino alla morte. Parliamo di Shibuya, altro quartiere iconico di Tokyo, forse ancor più di Shinjuku il quartiere nel quale si ritrovano i ragazzi, per la presenza di numerosi bar, izakaya e karaoke bar. Anzi, proprio il karaoke bar più celebre ha sede a Shibuya, parlo del Karaokekan. Se volete cantare More than this dei Roxy music come faceva Bill Murray insieme a Scarlett Johansson in Lost in translation di Sofia Coppola, beh, dovete assolutamente farci un salto!
Il karaoke, insieme ai giochi da sala e le freccette (si, avete capito bene!), è un vero rituale dell’intrattenimento per i jappo. E’l’ora sacra nella quale finalmente possono svestire i panni da supereroi della perfezione e del duro lavoro e finalmente lasciarsi andare in questo rito collettivo di puro divertimento: che tu sia un salary man (uomini d’affari) dopo una lunga giornata di lavoro in ufficio o uno studente universitario dopo massacranti ore di studio non fa differenza.
Ma Shibuya è anche teatro di uno spettacolo metropolitano, l’unico al mondo che si ripete ogni 5 minuti, con cast sempre diverso, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. E la sensazione di stupore è sempre la stessa. Ricordate l’uscita della metro e la statua di Hachiko? Proseguite e vi si presenterà davanti una massa multiforme di gente, aspettate il via del semaforo verde e lasciatevi trasportare: stiamo parlando ovviamente dell’incrocio di Shibuya. Dopo averlo vissuto dall’interno e aver assistito alla fuga dei turisti fermi a filmare al centro di esso al momento dello scatto del semaforo rosso, dirigetevi al primo piano dello Starbuck’s dall’altra parte della strada, attendete che si liberi uno spazio per avvicinarvi alla finestra, prendete posto e aspettate perché lo show si ripeta ancora: la confluenza di 4 strade in questo magico incrociò vi parrà lo scontro tra orchi e umani nella battaglia del Signore degli anelli, senza feriti stavolta.
Shibuya, per quanto sia uno dei quartieri più turistici offre tanto, avrete l’imbarazzo della scelta tra negozi, ristoranti e locali. Qui troverete forse la più celebre sede di Genki, il famoso ristorante di sushi con ordine automatico su di uno schermo e servizio tramite nastro.
- Asakusa
Ora spostiamoci idealmente dalla zona occidentale della città e torniamo a est, precisamente ad Asakusa!
Appena usciti dalla metro recatevi al tourist center per godere gratuitamente di una spettacolare vista della città dall’ultimo piano, ammirando lo sky tree, uno dei grattacieli più iconici di Tokyo, e il Senso Ji temple, prossima nostra meta. Percorrete la strada al di là dell’incrocio piena di bancarelle per raggiungere il tempio buddhista tra i più antichi della città.
Resistendo alla calca di gente, godetevi lo street food che questa strada ha da offrirvi e imbattetevi nelle donne in abiti tradizionali, le famose geishe. Ma non fatevi ingannare, sono dei falsi! Quelle che all’apparenza potranno sembrarvi le tradizionali accompagnatrici degli ospiti delle case da tè saranno in realtà turiste cinesi accuratamente vestite per l’occasione. Provate a fermarle per chiedere una foto, qualora dovessero acconsentire avrete la prova del 9: mai una geisha lo farebbe!
Il Senso Ji temple e la sua maestosa pagoda sono immerse in un magnifico giardino giapponese, perfetto e curato in ogni minimo dettaglio.
Tip: se volete evitare la ressa della rush hour di turisti al mattino, recatevi al tempio prima che sorga il sole o in tarda serata, lo potrete ammirare in solitudine; inoltre l’illuminazione notturno lo renderà ancor più affascinante!
- Ueno
Proseguendo in questo ideale cammino per le strade di Tokyo procedete verso ovest dirigendovi verso il vicino quartiere di Ueno. Sarete costretti ad attraversare il quartiere di Kappabashi: godetevi le case pastello che fanno da scenario alla vita di ogni giorno dei residenti e voltatevi ammirando la vista dello Sky tree da lontano. Prestate particolare attenzione a queste vie, siamo infatti nel distretto della cucina: qua si può trovare tutto ciò che possa servire ai fornelli.
Lo scenario cambierà nel giro di pochi isolati e una volta circondati da un’incredibile folla di studenti in divisa avrete la conferma di essere arrivati a Ueno. Oltre a essere sede di diverse università e di una delle più grandi stazioni della città, Ueno è famoso per il suo enorme parco, brulicante di vita, templi, artisti, fiancheggiato da un enorme e meraviglioso lago, lo Shinobazuno. Il parco contiene l’imponente costruzione del Museo Nazionale di Tokyo, che merita assolutamente una visita per ripercorrere l’arte e la storia giapponese tramite spade di samurai, costumi del teatro kabuki, arte buddista e mostre temporanee.
Non dimenticate prima di visitare il parco di perdervi nei vicoli dell’Ameya Yokocho market, mercato all’aperto pieno di bancarelle di ogni tipo, dallo street food all’abbigliamento indie jappo.
- Yanaka Ginza
Poco distante dal parco di Ueno, spingendosi un po’ più a nord, ecco che lo scenario cambia per l’ennesimo volta, rivelando l’aspetto multiforme che rende così affascinante questa città!
Benvenuti a Yanaka! Dite addio alle folle oceaniche di turisti e workers, ai grattacieli e al caos, fate finta di essere entrati in casa di una famiglia giapponese. Immergervi nella tranquillità di questo quartiere vi darà la percezione di vivere come un local.
Yanaka è una zona unica, poiché è sopravvissuta ai terribili bombardamenti della seconda guerra mondiali da parte degli americani che hanno raso al suolo quasi tutta la città e decimato la popolazione. Perciò le costruzioni basse e antiche sono affiancate da numerosi templi tra i più antichi della città. Sakura dori è la grande strada principale che taglia in 2 il cimitero di Yanaka, costeggiata da alberi di ciliegio che risplendono nel periodo dell’hanami, ossia il periodo primaverile della loro fioritura.
Scendete una lunga gradinata per terminare nel mercato di Yanaka Ginza, nel quale vi imbatterete solo in residenti locali e troverete dall’artigianato locale alle librerie fino allo street food più vario.
Da segnalare nell’area lo Yanaka beer hall, un’antica birreria tradizionale, un museo del sake ed una galleria d’arte contemporanea, la SCAI the bathhouse.
- Akihabara
Tra i tanti motivi per cui si sogna un viaggio c’è la vicinanza che si prova nei confronti di mondi e paesi seppur distanti, ma vissuti nel quotidiano delle nostre vite tramite film, libri, cartoni delle nostre infanzie. Pensate ai road movie hollywoodiani che ci fanno sognare le highways statunitensi, alla contea degli hobbit del Signore degli anelli (si è capito che ne sono un fan?) che ti porta magicamente in Nuova zelanda.
Beh, il Giappone per me è sempre stato sinonimo di anime, videogiochi, o lo scenario onirico dei film di Hayao Miyazaki. E Akihabara è l’apoteosi per chi voglia immergersi in questi mondi. E fa capire quanto i jappo siano devoti al culto della fantasia che stimola la creazione di questi mondi immaginari.
Interi edifici zeppi di scaffali e scaffali di action figures di Dragon ball, solo per citarne uno, dvd e fumetti. Questo quartiere è un gigantesco monumento a tutte queste forme d’arte, nei quali i giapponesi si immergono talmente tanto da dar vita al fenomeno stravagante degli Otaku, una cosa seria da questa parte. Con il termine Otaku si identifica la moda della rappresentazione dei propri idoli di manga, anime o videogiochi, vestendosi in maniera meticolosa esattamente come i propri beniamini immaginari.
Tappe fondamentali di questo tour nella fantasia sono le catene più popolari di materiale relativo ai manga, agli anime e ai videogiochi, ossia Mandarake, Radio Kaikan, Liberty.
Se avete passate ore e ore alla giocando alla playstation non fatevi mancare il Super Potato, un mix tra negozio e museo di videogiochi. Fantastico!
Ah, dimenticavo. Tra le esperienze che questo folle quartiere offre, oltre alle immancabili sale da giochi, i maid cafè, nei quali cameriere vestite da governanti francesi del passato vi serviranno gentilmente qualcosa da bere.
Che pazzi questi giapponesi!
- Team lab borderless
La baia di Odaiba fa da teatro ad una delle esperienze più immersive di tutta la città. Il fascino del Teamlab borderless è indubbio, vi parrà di sospendere temporaneamente il piano del reale per immergervi a capofitto in una dimensione parallela.
La sua storia in pillole: un nucleo di tecnici e scienziati di Tokyo ha qualche anno fa deciso di sperimentare le più recenti tecnologiche in materia di led, sonoro e illuminazione per concepire un vero e proprio spettacolo, ispirato alla cultura e alla filosofia jappo, ma regalando ai fruitori di questo show un ruolo da protagonisti. Prima itinerante, ora da qualche anno l’enorme struttura adiacente alla Palette plaza, il luna park che include la famosa ruota panoramica, fa da casa al Borderless. Riscosso un notevole successo negli anni è sorto un secondo Teamlab planets, nei pressi del mercato di Toyosu.
Il concetto è semplice quanto intuitivo: sta allo spettatore seguire il percorso tra le opere, non vi è un ordine né tantomeno le stesse opere sono statiche. Interagiscono con il visitatore, potrete notare una cascata che cambierà il proprio corso davanti ad un assembramento di persone, che diventeranno una roccia. O una carovana di esseri mitologici che si fermerà a rendere omaggio a chiunque la ammiri. Una foresta di lampade, un labirinto di led, il tutto reso ancor più onirico da una sinfonia di suoni che ti circonderanno e ti avvolgeranno costantemente.
La tecnologia che si trasforma in magia, ti trasporteranno magicamente in una dimensione parallela. Teamlab è una tappa imprescindibile di Tokyo, ricordatevi di prenotare in anticipo il biglietto sul loro sito.
- Harajuku
A poche fermate da Shinjuku, nel cuore di Harajuku camminate per una delle vie più caratteristiche di Tokyo, la colorata Takeshita dori. Per quanto sia diventata una delle vie più turistiche della città mantiene intatto il fascino della sua stravaganza. Negozi di abbigliamento vintage, bancarelle del tradizionale pan giapponese, una sorta di waffle ripieno di gelato, crepes e dolci di tutti i tipi, è anche la meta preferita dei cosplay, che creano il loro avatar vestendosi a immagine e somiglianza dei loro idoli dei fumetti o dei videogiochi.
Perdetevi tra i vicoli della street art made in Japan o magari fate un salto nei bar a tema, circondati da baby maialini, cuccioli di akita inu o ricci. Proseguite sul viale principale di Omotesando per ammirare le vetrine delle boutique più prestigiose e magari sorseggiate un caffè ai tavoli dei numerosi bar trendy della zona, ma occhio al portafoglio, Harajuku non è rinomata per la sua economicità!